Nell’attività clinica applichiamo il Metodo Omeopatico Classico elaborato dal dr. Samuel Hahnemann e spiegato in dettaglio nella sesta edizione del suo libro “Organon dell’Arte Razionale della Terapia”, scritto nel 1843 e pubblicato postumo nel 1921.
I principi cardine del Metodo Omeopatico sono:
- la sperimentazione delle sostanze medicinali sull’individuo sano
- la dinamizzazione
- la minima dose
- il singolo rimedio
Riassunto dell’Organon. L’Organon è il testo fondamentale per l’omeopata, pubblicato per la prima volta da Hahnemann nel 1810. In esso sono delineate le linee guida di applicazione del metodo omeopatico. Pur con i necessari e utili aggiornamenti, i cardini della pratica omeopatica rimangono saldamente radicati nell’Organon: il singolo rimedio, la minima dose, la legge di similitudine, la sperimentazione su soggetti sani. Per praticare l’omeopatia classica è necessario aver studiato approfonditamente questo testo.
E’ importante ricordare la necessità di dinamizzare il rimedio omeopatico ogni volta prima di assumerlo, nel caso di assunzione ripetuta dello stesso rimedio nella stessa giornata o in giorni successivi.
Paragrafo 247 “La ripetizione di dosi identiche e costanti di un medicamento, anche unica, peggio se fatta più volte di seguito (a brevi intervalli se si vuole che la cura non venga ritardata) è una cosa assurda. Il principio vitale non accetta queste dosi uguali senza ripugnanza, ossia senza tralasciare di mettere in evidenza altri sintomi della malattia da medicamento oltre a quelli simili ai sintomi della malattia naturale. Siccome la dose precedente ha già determinato nel principio vitale le modificazioni a lei proprie, una nuova dose di uguale potenza non può più fare la stessa cosa…
Ma se invece ogni dose successiva è di potenza diversa, ossia e di dinamizzazione un po’ più alta (§ 269 – 270) il principio vitale si lascia influenzare senza difficoltà e portare più vicino alla guarigione.
Paragrafo 248 Per questo scopo la soluzione del medicamento viene potenziata (agitando con otto, dieci, dodici scosse la boccetta) ogni volta prima della somministrazione…
Riguardo all’uso del singolo rimedio il Paragrafo 273 ci ricorda che “… è inammissibile somministrare più di un rimedio omeopatico alla volta”.
Inammissibile nel senso che è irrazionale, in quanto in un determinato momento terapeutico il paziente presenta un quadro sintomatico che non può essere contemporaneamente in similitudine con due rimedi omeopatici, ma deve essere scelto sempre il rimedio che presenta la similitudine più significativa.
Il Paragrafo 171 ci ricorda che “… nelle malattie croniche … al fine di portare a termine la cura, spesso è necessario l’uso in successione di numerosi rimedi omeopatici; ogni rimedio successivamente utilizzato deve essere scelto omeopaticamente in similitudine con il quadro di sintomi che rimangono dopo che il rimedio precedente ha completato la sua azione.
(Da “Sesta Edizione dell’Organon dell’Arte del Guarire” red edizioni 1985)
E’ disponibile la versione e-book del libro “I Nosodi Intestinali“