Come migliorare le difese immunitarie

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, con il documento Traditional & Complementary Medicine Strategy 2014-2023, sollecita gli Stati membri ad adottare politiche sanitarie che integrino le medicine tradizionali e complementari nei sistemi sanitari nazionali, affinché ogni persona possa ricevere la terapia adeguata, dal terapeuta migliore, al momento giusto.

Sollecitati dalle raccomandazioni dell’OMS, proviamo ad analizzare quali risorse terapeutiche possiamo utilizzare quando è necessario aumentare la capacità di difesa del nostro organismo, oltre a quelle che ci mette a disposizione la medicina convenzionale.

Il nostro organismo ospita un numero di microrganismi (virus, batteri, funghi) che si stima superi di dieci volte il numero di cellule proprie dell’organismo; eppure, nello stato di salute, il microbiota (l’insieme dei microrganismi presenti nell’organismo) vive in simbiosi (in sintonia) con l’organismo ospitante senza provocargli danni, anzi collabora alle funzioni e alle necessità dell’organismo, fornendo nutrienti essenziali, come alcune vitamine, aiutando la digestione degli alimenti, coadiuvando le funzioni di barriera che difendono da microrganismi nocivi e altre funzioni.

L’alimentazione modula l’equilibrio del nostro microbiota. Ogni volta che mangiamo alimentiamo popolazioni microbiche diverse secondo gli alimenti che assumiamo.

Frutta, verdura, cereali, farine integrali e legumi alimentano le popolazioni microbiche più “amiche” del nostro organismo.

Latte e formaggi, se provengono da animali nutriti correttamente, arricchiscono l’intestino di preziosi lattobacilli e altri batteri utili.

Le carni alimentano i batteri putrefattivi e sarebbero quindi da tenere in proporzione minore nell’alimentazione; la loro presenza nella dieta può variare anche in base ad altre considerazioni quali l’età, lo stile di vita, la presenza di specifiche patologie. Per vari motivi, alla carne, spesso, sarebbe da preferire il pesce.

Presenza quasi costante, purtroppo, nella dieta moderna occidentale sono gli zuccheri aggiunti. Sono il nutrimento migliore per muffe, lieviti, funghi che tendono così a sovrastare le altre popolazioni microbiche.

Le situazioni di dismicrobismo, in cui prevalgono i batteri putrefattivi o i miceti, provocano alterazione dello strato mucinoso sterile che protegge la mucosa intestinale, da cui segue infiammazione della mucosa e aumento della permeabilità. Il sistema immunitario, che si trova ben rappresentato proprio nella parete intestinale e nei linfonodi regionali, viene ingaggiato nell’attività di difesa dell’organismo, dopo che la prima barriera mucinosa e la mucosa intestinale sono state superate.

Un sistema immunitario impegnato intensamente nella difesa dai microrganismi presenti nell’intestino, a causa dell’alterazione del microbiota, sarà meno efficace nelle sue attività di difesa che si esplicano sulle altre mucose, delle vie respiratorio, dell’apparato genitale e sulla cute. Inoltre, la continua attivazione del sistema immunitario intestinale sostiene spesso fenomeni infiammatori che danno origine o sostengono molte patologie sistemiche, come dimostrato da moltissimi studi scientifici negli ultimi due decenni e già evidenziato dagli studi del dr. Edward Bach, microbiologo a Londra nei primi decenni del secolo scorso.

Quindi, la prima linea di difesa è alimentarsi bene, evitare il più possibile sostanze e farmaci che possano alterare il microbiota intestinale. Per aiutare il recupero del microbiota sano, sono utili i prodotti contenenti probiotici. E’ meglio orientarsi su prodotti che contengono una miscela di vari ceppi, sia lattobacilli sia bifidobatteri, e ogni ceppo sia presente con almeno 2-3 miliardi di cellule vive.

Un’altra linea di difesa è altrettanto importante e riguarda l’assetto psicologico ed emozionale dell’individuo. Negli ultimi decenni numerosissime di ricerche hanno dimostrato la stretta correlazione tra stato psicoemozionale ed efficienza del sistema immunitario. Stati di paura, stress acuto o cronico, scarso sostegno sociale e isolamento sono associati ad un abbassamento significativo della reattività immunitaria, sia in termini di produzione di anticorpi, sia come riduzione dell’attività dei linfociti Natural Killer, particolarmente efficaci contro cellule tumorali e virus. Molte ricerche hanno dimostrato la presenza di specifiche sostanze che modulano il sistema immunitario in base allo stato psicoemotivo. La Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) è una disciplina i cui fondamenti sono ormai consolidati, anche se a volte poco conosciuti.

Rimedi floreali e medicinali omeopatici possono essere di grande aiuto nell’aiutare a preservare o migliorare lo stato psicoemozionale e quindi sostenere di riflesso anche le difese immunitarie.

Infine esiste un folto gruppo di sostanze fitoterapiche e vitamine, le cui azioni di stimolo sul sistema immunitario o le proprietà antimicrobiche sono ampiamente dimostrate in molti studi.

Vitamina C, vitamina D, echinacea, propoli, origano, timo, tabebuia o lapacho, aglio, uncaria, zenzero, solo per citare alcune delle sostanze che sono i principali componenti di molti prodotti attualmente a disposizione.

Per finire, una nota folkloristica: cercate nelle pagine internet l’aceto dei 4 ladri, o 7 ladri secondo altre versioni. Troverete una simpatica storiella, ma anche una ricetta i cui componenti hanno tutti trovato nella ricerca scientifica la dimostrazione delle loro capacità antimicrobiche e stimolanti del sistema immunitario.
Noterete che gli ingredienti sono erbe aromatiche e spezie comunemente utilizzate in cucina; un invito ad usarle generosamente a seconda delle pietanze che preparate; danno fastidio ai microbi nocivi e non disturbano i commensali “buoni” dell’organismo.