Uno studio pubblicato in Gennaio 2014 evidenzia gli effetti potenzialmente nocivi della soppressione della febbre utilizzando i comuni farmaci antipiretici.
“Ridurre la febbre può aumentare la trasmissione delle infezioni. Un aumento della diffusione delle infezioni implica un aumento della popolazione infettata, per cui l’uso diffuso di antipiretici è verosimile che porti ad un aumento di malattie infettive e decessi rispetto ad una popolazione che non assume antipiretici.”
Questa affermazione sembra contrastare fortemente con il diffuso impiego di antipiretici.
La febbre è un meccanismo di difesa che l’organismo mette in atto per combattere l’infezione. A 38°C il sistema immunitario funziona meglio e, al contrario, i microrganismo patogeni sono meno attivi.
Una temperatura corporea elevata può però esporre il malato al rischio di disidratazione e, nel bambino piccolo, non va trascurata la possibilità di convulsioni febbrili, che possono comparire con temperature elevate o anche nel momento di innalzamento veloce della temperatura.
Gli autori dello studio osservano in modo oggettivo che l’uso degli antifebbrili, inibendo la reazione febbrile/immunitaria dell’organismo, favorisce la diffusione dell’infezione nei contatti del malato, in quanto l’infezione si sta diffondendo meglio nel malato stesso, perché trova minori resistenze.
Come spesso accade, la soluzione è un compromesso. Non usare antifebbrili in caso di moderato aumento della temperatura, se il paziente la sta tollerando bene e, se necessario, usare gli antifebbrili ad un dosaggio ridotto, così da permettere una riduzione solo parziale della temperatura corporea: la reazione febbrile non sarà completamente inibita e la risposta immunitaria continuerà ad espletare la sua funzione di difesa sull’organismo e di inibizione della diffusione nei contatti. In questo modo inoltre si ottiene che il “rimbalzo” febbrile, quando l’antipiretico termina l’effetto, sia meno intenso e rapido.
Ovviamente, adottiamo anche quei consigli terapeutici omeopatici o fitoterapici che tendono ad agire sull’origine della febbre (l’infezione) e stimolare l’organismo nella sua reazione di guarigione. Lasciamo l’uso degli antibiotici solo nelle situazioni in cui non si può fare diversamente, così da evitare la comparsa di ceppi microbici più resistenti e lo squilibrio delle popolazioni dei lattobacilli residenti.
Grazie per la chiarezza delle vostre sempre interessanti pubblicazioni.