Omeopatia? alcune necessarie precisazioni

Recentemente è stato presentato in vari media un nuovo libro che cerca, con una narrativa accattivante, di “smontare” l’omeopatia.

Purtroppo diversi fatti relativi all’omeopatia vengono presentati, nel libro, al contrario di ciò che sono nella realtà ed è necessario esporre almeno alcune confutazioni, altrimenti il silenzio potrebbe essere interpretato da alcuni come l’assenza di argomenti a difesa dell’omeopatia.

Per brevità menzionerò solo alcuni punti:

  1. non è vero che “l’inventore” del principio di similitudine sia stato Samuel Hahnemann. Già nell’antica Grecia, nella scuola ippocratica, erano conosciute due modalità di approccio terapeutico: la cura con i contrari e la cura con i simili.
    Hahnemann recupera il concetto dalla scuola ippocratica, lo conferma con molte osservazioni cliniche sull’evoluzione naturale delle malattie e sistematizza il principio di similitudine in un contesto metodologico in cui compare, questo sì per la prima volta, il concetto di diluizione e dinamizzazione della sostanza terapeutica scelta in base alla similitudine.
    Il principio di similitudine, come principio curativo è stato dimostrato efficacemente anche in numerosi studi su colture cellulari in laboratorio, come riportato in questa pubblicazione, che menziono a titolo esemplificativo.
  2. non è vero che l’acqua del medicinale omeopatico sia “acqua fresca”; decine di studi pubblicati in letteratura scientifica, sulle caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua del medicinale omeopatico, dimostrano chiaramente che si tratta di un’acqua le cui caratteristiche sono modificate rispetto alla semplice acqua. A titolo esemplificativo riporto uno studio di Vittorio Elia et al.
  3. non è vero che l’omeopatia curi solo i sintomi, al contrario della medicina convenzionale, che cura le cause. L’omeopatia guarda ai sintomi come espressione della dinamica alterata dell’organismo nel suo insieme e considera i sintomi come portatori di significato, di una semantica, come ampiamente sostenuto anche in altre branche della medicina e della psicologia, quali la PNEI, la medicina psicosomatica e molte scuole di psicoterapia per cui la malattia, con i suoi sintomi e segni, è espressione di una alterazione delle dinamiche dell’organismo inteso nella sua  integrità di sistema biologico-psichico-sociale, in cui fattori genetici, epigenetici, ambientali e psichici concorrono in varia misura alla genesi della patologia.
    Il medicinale omeopatico correttamente scelto è in similitudine con i sintomi, ma anche con il significato di cui i sintomi sono espressione.
    Peraltro il medico omeopata apprezza l’utilizzo anche di tutti gli strumenti diagnostici che la medicina moderna gli mette a disposizione per investigare le cause di malattia nei più fini dettagli ed utilizza o consiglia di utilizzare, appoggiandosi a specialisti di altre branche della medicina, tutti gli strumenti terapeutici che si rendono necessari per la salute del paziente.
  4. non è vero che non esistono evidenze scientifiche dell’efficacia clinica dell’omeopatia. Nella pagina dell’Homeopathic Research Institute si può trovare una esposizione dettagliata delle evidenze cliniche di efficacia e le motivazioni per cui lo studio di Shang et al, spesso citato a dimostrazione dell’inefficacia dell’omeopatia, sia invece inaffidabile dal punto di vista della qualità scientifica.

Ci sarebbe ancora molto da scrivere su un metodo terapeutico, quello omeopatico, praticato da migliaia di medici e utilizzato da milioni di persone. Un metodo terapeutico a cui molto spesso il medico si avvicina incredulo e sospettoso ma che, superata l’iniziale diffidenza, può trovarlo utile ed includerlo nella borsa del suo bagaglio terapeutico.

Anch’io 30 anni fa guardavo con sospetto all’omeopatia, la consideravo una faccenda non plausibile rispetto alle basi concettuali convenzionali e poi, quasi per caso, mi sono trovato ad utilizzarla per un disturbo che non trovava soluzione con i farmaci e da lì un crescente interesse, stupito per qualcosa che “funzionava” nonostante l’apparente implausibilità. Lo studio approfondito ha poi portato in evidenza le basi scientifiche che sostengono l’omeopatia.